Apostoli della Divina Misericordia

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Apostoli della Divina Misericordia con Maria Regina della pace

La vita va difesa, ad ogni costo

INIZI PRIMAVERA: scopro di aspettare un bambino, per la seconda volta. “E adesso? Ho già una bimba piccolissima, di nemmeno un anno e mio marito è via per lavoro, come farà a starmi accanto... io ho appena ricominciato a lavorare cosa dirà il mio responsabile? Inoltre ho fatto una radiografia... e se avesse conseguenze sul bambino?”.
Tanti pensieri, un vortice di paure, di gioia, di mille immagini che scorrono nella mente.
Telefono a mio marito, gli dico che aspetto un bambino e che ho tanta paura a causa della radiografia fatta il mese prima.
Mi dice soltanto: “ti sono vicino, qualsiasi decisione tu prenda”.
 
Il giorno dopo vado in ospedale, ho bisogno di chiedere consigli, di capire se i raggi X possono far male al feto.
Mi riceve un ginecologo non obiettore: “se ha paura, perché attendere? Se il bambino nascerà malformato? Meglio interrompere una gravidanza agli inizi che alla ventesima settimana. Ora c'è soltanto un grumetto di cellule”. Tra l'altro, non mi propone NESSUNA alternativa, nessuna villocentesi, nessun Bi-Test... niente, solo l'interruzione volontaria di gravidanza. PERCHE'? QUALI SONO I SUOI INTERESSI? Non insisto con le domande, sono abbastanza stanca ed acconsento a fare l'ecografia per accertare la settimana di gestazione.
Salgo sul lettino, il cuore batte fortissimo, voglio vedere il bimbo e se, effettivamente, si tratta solo di un “grumetto di cellule”. Devo capire se sto facendo la cosa giusta o meno.
Il ginecologo gira il monitor verso di sé, non accende nemmeno quello in alto che acconsente alla donna di vedere le immagini ingrandite ed accende l'ecografo. Queste le sue parole: “come dicevo io, c'è solo un grumo non formato e nessun battito cardiaco, possiamo procedere con l'interruzione di gravidanza”.
Finita la visita, mille dubbi mi assalgono, chiedo al medico come si svolgerà l'intervento, voglio sapere. Ottengo una risposta breve ma carica di significato: “lei non sentirà nulla, dormirà tutto il tempo, io introdurrò una cannula con la quale aspirerò il grumo e, una volta finito tutto, asporterò il materiale residuo. Quando si sveglierà sarà come nuova, libera di riprendere la sua vita, come guarita da un cancro”.
Mi consegna la dichiarazione per l'interruzione di gravidanza e vari fogli, inoltre mi fissa l'appuntamento per il pre-ricovero e l'intervento.
Torno a casa con la morte nel cuore. Fisso mia figlia, con che occhi la guarderò dopo? Chiamo mio marito, gli spiego come mi sento e che ho l'impressione che il ginecologo abbia detto un bel po' di bugie per convincermi ad abortire. Cerca di tranquillizzarmi, ma io non mi calmo.
 
Inizio a fare ricerche su internet e trovo tutto quello che stavo cercando, ovvero la VERITA'. Il “grumetto di cellule” è un bimbo in fase di sviluppo, chiamatelo come vi pare e l'intervento per aspirazione è di una tale atrocità che farebbe star male anche la persona meno sensibile.
Sul lavoro, altri problemi: parlo con il mio Capo Ufficio ed il Direttore. Il primo mi consiglia di abortire, altrimenti come potrei crescere la mia bimba tranquillamente e svolgere il mio lavoro di Segretaria di Direzione con dovizia? Il secondo mi raccomanda di non fare una cosa simile, altrimenti potrei pentirmene per tutta la vita.
Nessun consiglio mi è d'aiuto. Non si tratta di asportare un'appendice infiammata o di una massa tumorale, c'è una vita di mezzo, non la mia, quella di un bimbo che cresce in me.
Vado dal mio ginecologo, obiettore, per fare un'altra ecografia, gli spiego come si è svolta la visita effettuata dal collega. Senza troppi giri di parole ingrandisce l'immagine sul monitor e spiega: “ecco il grumo di cellule. Un fagiolino con il battito cardiaco”; sento il cuore di quel bimbo minuscolo e scoppio a piangere.
Come potrei rifiutarlo?
Presa da mille paure e dubbi contatto il Numero Verde Sos Vita. Mi risponde una volontaria dalla voce materna che mi consiglia di ascoltare il mio cuore, di parlare con il bambino che porto in grembo. La telefonata dura quasi due ore.

Quattro di mattina: mi sento chiamare da una voce di donna incrinata dal pianto. Faccio finta di nulla, l'agitazione può fare brutti scherzi. Cerco di riaddormentarmi ma, immediatamente, mi sento richiamare. Di nuovo questa voce, come quella di una mamma disperata che si trova al capezzale del figlio. Chiudo gli occhi e, in uno stato di dormiveglia, sogno una donna che mi sta chiamando. Si trova alla fine di un sentiero, non riesco a vederla molto bene, come se fosse avvolta dalla nebbia. Riconosco due monti e, quasi protetta da loro, la chiesa di San Giacomo, a Medjugorje. La donna si avvicina, si ferma a qualche metro da me, piange. Riconosco in lei un volto dolce, quello della Gospa. Pronuncia queste parole: “cara figlia, non devi rifiutare la vita che porti in grembo. Questa vita ti ama. Amala con tutto il cuore. Come io amo te e tutti i miei figli”.  La vedo allontanarsi e sparire all'improvviso.

Mi sveglio, cerco di realizzare quello che ho sognato e  sento una vocina dolce dentro di me che dice: “MAMMA TI AMO! NON BUTTARMI VIA, SONO QUI CON TE, VOGLIO STARE FRA LE TUE BRACCIA, STRINGIMI FORTE!” e subito dopo avverto qualcosa muoversi nel mio grembo, il mio piccolo. Lo so che agli inizi della gravidanza è impossibile percepire i movimenti fetali... ma, la natura è misteriosa...
Sono agitata, telefono a mio marito e gli spiego tutto;  pronuncia poche parole: “dentro di te hai una vita che cresce, non eliminarla, ti prego”.
Finalmente piango, un pianto liberatorio. Ho deciso: NON RIFIUTO LA VITA. SONO UNA MAMMA ED AMERO' QUESTO BIMBO CON TUTTA ME STESSA.
Al pomeriggio contatto il ginecologo non obiettore per comunicargli che non andrò a  nessun controllo per il pre-ricovero e, soprattutto, che non farò nessuna interruzione volontaria di gravidanza. Lui cerca di convincermi del contrario, di pensarci bene ma io insisto. Allora, quasi infastidito della mia decisione, risponde che mi farà sapere l'importo totale delle analisi effettuate per l'intervento. Non ho mai pagato nulla.
Sul lavoro nascono i problemi, non mi sento bene, ho delle perdite ematiche e dolore addominale. Corsa in ospedale e strigliata del mio ginecologo: devo stare a letto. Presto fatto: mi metto in maternità anticipata. Non voglio star male e far male al bambino.
I mesi passano in fretta, scopro di aspettare una bimba: le parlo, la sento muoversi dentro di me, la coccolo, la faccio “comunicare” con la sua sorellina “grande” e, naturalmente, mio marito che non mi lascia sola un minuto e mi aiuta. Si preoccupa per me.
Scrivo alla mia bimba in grembo, una specie di diario: voglio farle conoscere i miei stati d'animo, le mie emozioni. E' un modo per sentirla vicino, per aumentare la nostra complicità.
E' tutto meraviglioso, la gravidanza che procede benissimo, la mia primogenita che gioca con il mio pancione, la vita che cresce, le telefonate al numero Sos Vita per parlare con la volontaria, chiederle consigli e togliermi paure normalissime di una mamma “in attesa”.

AUTUNNO INOLTRATO: fine della gravidanza, una settimana al cesareo; sono emozionata e tutto è pronto per il grande evento.
Finalmente arriva il giorno in cui potrò tenere in braccio la mia bimba. Ho un po' di paura. In ospedale incrocio il medico che avrebbe dovuto farmi l'intervento di interruzione di gravidanza, non mi saluta nemmeno. Meglio così.
L'ostetrica mi accompagna all'ingresso della sala operatoria, il grande momento arriva: un'iniezione e dalla vita in giù non sento più nulla.
Aspetto la mia bimba, i ginecologi stanno operando e poi, all'improvviso, difficile descriverlo, la vita che nasce! La nuova arrivata che emette un vagito. Riesco solo a pronunciare poche parole, LEI è lì, appena nata e già si fa sentire! Vederla è un'emozione indescrivibile.
Mi portano la piccola avvolta da un telo verde. La osservo e le tengo la manina,  mi guarda e le dico: “TI AMO. LA TUA MAMMA E' QUI”.
Dopo pochi giorni la porto a casa e, con lei, la mia bimba più grande e mio marito è iniziata una nuova vita, piena di impegni, mille cose da fare ma... è meraviglioso potersi occupare delle persone che si amano.

INVERNO DEL NUOVO ANNO: guardo le mie due bimbe e penso a quanto sono cresciute. Sono due angioletti mandati sulla Terra, non possono esserci altre spiegazioni. Il MIRACOLO si è compiuto due volte, la perfezione della Vita, da minuscola che diventa grande.

Scrivo queste semplici parole mentre le mie bambine giocano con mio marito, il loro adorato papà e penso che.. la VITA E' VITA, ANCHE SE PICCOLA ED AL SUO INIZIO e va difesa con ogni mezzo e ad ogni costo.

Quando leggo il totale dei bambini salvati dall'interruzione di gravidanza dell'anno precedente, penso sempre “PIU' UNO”. Io ho soltanto contattato il Numero Verde Sos Vita, ho chiesto un consiglio, ma quante donne non chiamano, non sanno che al posto di rifiutare il proprio bambino possono usufruire di mille aiuti? Che le alternative all'aborto ci sono?
Bisogna far conoscere le prospettive bellissime che una gravidanza offre, nonostante certe persone sostengano che è la fine di tutto.... perché “LA FINE E' L'INIZIO”.
E naturalmente non dimentico la donna, o meglio, la Gospa che, in sogno, è venuta a dirmi di far nascere la mia bimba.

Sono stata a Medjugorje a ringraziarla per tutte le cose belle che mi ha dato: un marito meraviglioso e due bimbe dolcissime e, lì, ho trovato le risposte che cercavo, ovvero che la preghiera è un ottimo mezzo per permettere alle donne spaventate ed impaurite da una gravidanza non voluta, di tenere il loro bimbo, perché la vita va difesa, con ogni mezzo, ad ogni costo, dall'inizio alla fine.


Aurora


 

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